NON LA MIRIAM O LA MASSONERIA MA LA MIRIAM E LA MASSONERIA
Come risulta dal paragrafo 28 della Pragmatica Fondamentale,
i membri del cerchio interno erano tenuti a siglare i loro
documenti miriamici, corrispondenza compresa, con un
semplice punto nero posto prima del numero e della
astralità. Niente consentiva dunque di distinguere
esteriormente l’uno dall’altro i gradi del cerchio interno;
in tal modo, una volta che il Fratello vi era stato ammesso,
il suo progresso inziatico diventava imperscrutabile per
tutti gli altri Fratelli e soprattutto per quelli del
cerchio esterno. Perché? Che senso aveva questa prassi?
Perché non mettere un chiaro segno distintivo per ogni grado
senza fare tanti misteri, e preferire invece di evitare
qualsivoglia distinzione esteriore fra i vari gradi del
cerchio interno? La risposta a questa serie di domande è semplice: poiché non si voleva in alcun modo rivelare ai membri del cerchio esterno il fatto che arrivati ad un certo punto della proprio percorso miriamico, il Fratello o la Sorella venivano invitati ad iscriversi alla massoneria per poter essere più prossimi alla sfera d’azione della massoneria egiziana.
In fin dei conti la soluzione dell’enigma è semplice. Se il
segno distintivo del Novizio era una croce + e quello
dell’Anziano erano tre croci disposte a triangolo, dal
momento che il segno distintivo del Discepolo integrale
(primo grado del cerchio interno) era un punto, quale sarà
mai stato il segno distintivo dei Terapeuti (secondo grado
del cerchio interno) se non i tre punti disposti a
triangolo, emblema caratteristico di ogni massone in
qualsivoglia parte del mondo?
E infatti proprio quello era il simbolo segreto del grado di Terapeuta, per la semplice ragione che il conferimento di quel grado coincideva con l’iscrizione del Fratello o della Sorella alla massoneria egiziana, ovvero all’iscrizione al G.O.E. come Apprendista o Novizio. Si noti perfetta la simmetria, introdotta nel 1909 con l’approvazione Pragmatica, fra il cerchio esterno e il cerchio interno: +
Cerchio esterno
-
Novizio +
Anziano +
+
•
Cerchio interno
-
Discepolo
•
Terapeuta
•
•
Il Novizio di Miriam corrispondeva a un grado e ad un
periodo di probazione – che poteva anche durare tutta la
vita senza giungere mai ad altro[1]
– al quale faceva seguito, se e quando era il caso, il grado
di Anziano. Il conferimento[2]
di questo grado veniva siglato con un anello d’argento (come
se simbolicamente si trattasse di una unione perenne
(matrimonio) con
A suggello di ciò gli veniva consegnato l’anello d’oro,
simbolo del patto indissolubile che da quel momento
contraeva con le forze che presiedono alla iniziazione
osiridea e non più isiaca. Per questo l’ingresso nel cerchio
interno e il conferimento del grado di Discepolo Integrale
veniva concesso solo ai candidati al G.O.E., ovvero a coloro
che, avendo intuito la profonda ragion d’essere
dell’iniziazione, avevano dimostrato nei fatti e non solo a
parole di voler fare dell’effettivo conseguimento di essa lo
scopo primo di tutta la loro esistenza, anteponendolo a
qualunque altra cosa. Ciò e solo ciò li rendeva idonei a
diventare dei postulanti del G.O.E. e a ricevere i suoi
insegnamenti segreti.
La cosa era sancita con l’iscrizione del candidato al G.O.E.
in qualità di Dipendente, a norma dell’articolo 28 degli
Statuti,[3]
e veniva concessa solo a coloro che erano ritenuti idonei ad
essere preparati per poter, in un ragionevole lasso di
tempo, divenire membri effettivi o Neofiti del G.O.E.
[4]
Data la sua finalità le pratiche specifiche del grado di
Discepolo Integrale[5]
erano tutte volte a far uscire definitivamente il
Fratello dalle schiere dei meri studiosi o parolai, e a
farlo entrare concretamente nel novero dei praticanti. A
testimonianza dell’esito positivo dei suoi sforzi, si
pretendeva da lui che fosse in grado di mettere
concretamente a frutto gli insegnamenti ricevuti nei
gradi precedenti oltre a quelli specifici del suo grado,
dimostrando di riuscire a compiere delle guarigioni dei
malati che avessero chiesto il suo aiuto.
[1]
Lungi dall’essere una minorazione, ciò aveva invece
un senso estremamente profondo, che difficilmente
però gli spiriti illuministi e progressisti
riusciranno a cogliere, non volendo tener conto di
una parola dolce e terribile al tempo stesso:
reincarnazione.
[2]
Non è a caso che usiamo questa parola.
[3]
Art. 28 – “Ogni Ne.: ascritto può avere a sé legato
una o più persone dei due sessi che a loro volta
aspirino a diventare Ne.:, non possedendo ancora né
le capacità né le doti per essere iscritti all’Or.:
Eg.: nelle qualità indispensabili per aspirare al
grado di M.: Costoro, con una speciale iscrizione
all’Ordine di cui usufruiscono per via indiretta dei
principali benefici, sono dipendenti del Gr.: Or.:
Eg.:”. Naturalmente, affinché l’iscrizione fosse valida, doveva essere accolta dai Maestri del Sinedrio.
[4]
Negli appunti di Luciano Galleani leggiamo questa
annotazione a proposito di Pietro Bornia: “Il 25
maggio (1914) ha fatto domanda di Aspirante all’Ord.
Egiz. È stato subito ammesso da Kremm. su mia
proposta con la promessa dell’effettività nel [5] L’aggettivo “Integrale” dovrebbe far riflettere coloro che pretendono di raggiungere l’iniziazione senza dedicarvi tutto il loro impegno. |